Tango Querido!

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"Il primo ed unico spettacolo di tango e mimo!
La poesia del tango raccontata dalla magia del mimo e della danza.
Uno spettacolo che è un inno al tango, alla sua gente ed alla sua anima".


Autori e interpeti
Marcelo Guardiola e Giorgia Marchiori
Regia Marcelo Guardiola
Durata 75 minuti

SINOSSI

"Micro-storie di tango e mimo che rievocano i personaggi dei tanghi più famosi con classe, ironia e virtosismo".

"Tango Querido!" è uno spettacolo composto da numeri di tango e mimo ispirati ai testi di tanghi famosi. Nasce dalla volontà di rendere omaggio al Tango in tutti i suoi aspetti, con un occhio rivolto in particolar modo alla poesia e al suo pensiero. Attraverso la magia del gesto e della danza prende vita la distinta umanità del mondo del tango: musicisti ambulanti, artisti avventurieri, donne della notte, guapos, milongueros, etc, ognuno con la sua storia e il suo destino da raccontare.
A partire dal suo debutto a Buenos Aires nel 2012, "Tango Querido!" viene rappresentato nei teatri di tutto il mondo.

PROGRAMMA

ORGANITO DEL SUBURBIO

Nel 1929 Roberto Torres scrisse per la musica di Antonio Bonavena il tango ORGANITO DEL SUBURBIO

"Ormai tutto è cambiato
Organito di periferia,
le borgate sono moderne
e ti è toccato emigrare"


Questo numero, ispirato all'omonimo tango, è un omaggio al primo diffusore del Tango per le strade di Buenos Aires: l’organito. In una Buenos Aires dove il tango era ancora una musica proibita ed indecente, l'organito aveva il potere di arrivare anche all'orecchio di chi non voleva ascoltarlo. Figura ormai scomparsa, oggi il suonatore ambulante dell'organito solo rimane nel ricordo dei tanghi a lui dedicati.

VIEJA RECOVA

Nel 1930 Enrique Cadícamo scrisse per la musica di Rodolfo Sciammarella il tango VIEJA RECOVA

"...Io l’ho vista, quando ero giovane, tessendo fantasie
con i suoi sogni di alti voli e le sue notti di champagne.
Poverina! Chi pensava al finale dei suoi giorni,
alla tragica elemosina vergognosa che oggi le danno!"


Questo numero, ispirato all'omonimo tango, ci racconta un incontro casuale: una mendicante chiede l’elemosina nella strada, un uomo si impietosisce e al momento di darle una moneta i due si riconoscono. Per un momento le immagini ci portano al passato e ci raccontano come quella mendicante era a suo tempo la regina del cabaret.

TANITA DE LA PROA

Nel 1928 Vicente Martínez Cuitiño scrisse per la musica di Salvador Merico il tango TANITA DE LA PROA

"...Italianuccia della proa, che te ne vai in Argentina,
non darti tante arie dopo il viaggio in nave.
Non venirci a ingannare con la tua fine siluetta,
il creolo è giusto e furbo per amare e domare..."


Questo numero, ispirato all'omonimo tango, racconta il viaggio in nave di una giovane immigrante italiana, il suo arrivo a Buenos Aires e l'incontro con un furbetto creolo argentino.

PA’ QUE BAILEN LOS MUCHACHOS

Nel 1942 Enrique Cadícamo scrisse per la musica di Anibal Troilo il tango PA' QUE BAILEN LOS MUCHACHOS

"…Perché ballino i ragazzi
oggi ti suono bandoneón.
La vita è una milonga!"


Questo numero, ispirato all'omonimo tango, racconta una serata in una milonga, ossia nel salone dove la gente di Buenos Aires si riunisce per ballare tango. Le milonghe principalmente si dividono in due tipi: quelle familiari, dove vanno soprattutto coppie e gente sposata e quelle di "solas y solos", dove invece vanno i "single" e dove è comune vedere donne e uomini seduti da soli. La forma di invitare a ballare avviene attraverso il "cabeceo": quando gli sguardi di un uomo e una donna si incontrano, l’uomo fa alla donna un gesto con il capo. Tutti i tanghi ballati in questo numero sono improvvisati e mostrano come si balla il tango nelle milonghe di Buenos Aires.
Questa pantomima è dedicata ai Milongheri, all'Arte dell'Improvvisazione e all'"Arte del Rimorchio".

AMABLEMENTE

Nel 1930 circa Iván Diez scrisse il sonetto lunfardo AMABLEMENTE. Il gran cantante Edmundo Rivero, affascinato dalla crudeltà e dall'ironia di questa poesia, lo mette in musica nel 1963.

"La incontrò a casa
e in altre braccia…
tranquillamente e senza arrabbiarsi
disse al tipo: "Può andare via,
l’uomo non è colpevole in questi casi..."


Questo numero, ispirato all'omonimo sonetto, racconta il tradimento di una donna e la sua condanna nell'antica giustizia tanguera.

ANCLAO EN PARIS

Nel 1931 Enrique Cadícamo scrisse per la musica di Guillermo Barbieri il tango ANCLAO EN PARIS. Immortalata dalla voce del grande Carlos Gardel, questa poesia è testimone di un'epoca gloriosa del tango quando nella capitale francese si trovavano tantissimi artisti argentini.

" Gettato nella vita di errante bohémienne
me ne sto, o Buenos Aires, ancorato a Parigi
coperto di mali, sommerso di debiti
ti evoco da questo lontano paese..."


Questo numero, ispirato all'omonimo tango, racconta le peripezie di un immigrante argentino nella Parigi degli anni ’20: lui, ballerino di tango, si ritrova a fare spettacolo ballando un tango ben diverso da quello delle milonghe di Buenos Aires…succedeva già all’epoca!

LOS GUARDIOLA

Marcelo Guardiola e Giorgia Marchiori, artisticamente conosciuti come "Los Guardiola", sono i maggiori rappresentanti del Tangoteatro in Argentina. I loro spettacoli hanno percorso i teatri e le milonghe di tutto il mondo. Marcelo Guardiola è attore, ballerino, musicista e regista di teatro. Nato a Buenos Aires, nel 1999 crea in Argentina la ricerca teatrale "TangoTeatro", che consiste nel mettere in scena una nuova forma di spettacolo di tango, raccontando storie attraverso l’unione e il dialogo del mimo e la danza. Giorgia Marchiori è ballerina, coreografa, attrice e dottore in Filosofia. Nel 2003 inizia la sua collaborazione artistica con Marcelo Guardiola formando il duo "Los Guardiola". Nel 2004 a Buenos Aires, per il loro lavoro come ballerini di tango, hanno ricevuto il diploma d’onore "Milongueros-bailarines: Nueva Generación". Per la caratteristica ed originale utilizzazione del tango nel teatro, nel 2011 hanno avuto l’onore di essere invitati in Danimarca insieme al Teatro Potlach all’VIII Holstebro Festuge organizzato dall’Odin Teatret diretto da Eugenio Barba.
foto Gustavo Cilla, grafica Carlo D'Andreis